Da ormai cinquant'anni la popolazione Saharawi vive in uno stato di prolungata precarietà nei campi dei rifugiati nel sud-ovest dell'Algeria. In un contesto dove l'emergenza si è cronicizzata, l'accesso a un'istruzione di qualità e a condizioni di vita dignitose non è solo un diritto fondamentale, ma un atto di resistenza e la base per costruire un futuro nel proprio paese. È su questo impegno che il CISP fonda il lavoro ultraquarantennale accanto ai Saharawi.
Nei Campi, l'educazione è il pilastro su cui i giovani possono sviluppare le competenze necessarie per comprendere e gestire la propria vita, nonostante l'incertezza causata dall'impasse politico-diplomatica della questione del Sahara Occidentale. L'azione del CISP va oltre la semplice assistenza umanitaria: intende contribuire a rafforzare la coesione e la resilienza della comunità.
"L'educazione è accesso alla formazione scolastica, ma anche rafforzamento delle capacità personali e professionali dei giovani," come ha sottolineato la Presidente del CISP Maura Viezzoli in un recente evento ad Algeri, ricordando come questo tema sia una priorità in tutte le strategie d'intervento della nostra organizzazione. "È essenziale, in un contesto complesso di emergenza come quello dei rifugiati Saharawi, fornire ai giovani le competenze che saranno la base per costruirsi il loro futuro."
Il CISP, con il cruciale supporto dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), ha da poco avviato un nuovo intervento integrato e multisettoriale che si si concentra sui questioni chiave di educazione, salute, sicurezza alimentare e ambiente, mirando a mitigare gli effetti delle emergenze e a costruire capacità di recupero.
In ambito educativo, l'obiettivo principale è garantire un'istruzione di qualità e inclusiva, specialmente per i bambini e gli adolescenti a rischio di abbandono. L'intervento affronta il problema su più fronti: dalla riabilitazione delle strutture, con la costruzione di nuove scuole e l’adeguamento degli impianti igienici, alla fornitura di supporti essenziali come pasti nutrienti e kit igienici per le ragazze adolescenti. Inoltre, per contrastare la dispersione, vengono attivati programmi di istruzione accelerata per gli adolescenti a supporto del sistema scolastico. Un focus cruciale è posto sul corpo docente, con la formazione di 174 insegnanti per migliorarne le capacità pedagogiche e l'offerta di bonus per incentivarne la stabilità. L'impegno si estende all'inclusione delle persone con bisogni speciali, attraverso la formazione di assistenti sociali specializzati nel supporto familiare. Oltre all’educazione il progetto interviene anche nel settore sanitario, con la ristrutturazione di dispensari medici e l'acquisto di una nuova ambulanza, e in quello economico, sostenendo l'allevamento semi-nomade e creando una filiera locale del cuoio in partnership con Africa '70 e Nexus Emilia-Romagna, dimostrando un approccio olistico alla resilienza comunitaria.
L'impegno del CISP è stato recentemente al centro di un evento di alto livello e di una missione di donatori che hanno ribadito il sostegno italiano alla popolazione rifugiata.
Lo scorso 10 novembre, nella prestigiosa cornice dell'Istituto Italiano di Cultura di Algeri, il CISP e l'Ambasciata italiana hanno organizzato un importante evento sul tema "L'educazione nei campi dei rifugiati sahrawi: sfide e prospettive".
L'evento ha visto la partecipazione di figure istituzionali. Oltre alla direttrice dell'IIC, Antonia Grandi, il direttore della Cooperazione del Ministero algerino dell'Educazione, Mustapha Djloud; la rappresentante UNICEF Catharina Johansson; il presidente della Mezza Luna Rossa Sahrawi, Buehbeini Yahia; la Presidente del CISP, Maura Viezzoli; e l’Ambasciatore italiano ad Algeri, S.E. Alberto Cutillo, che ha aperto i lavori sottolineando la visione strategica dell'Italia:
"L'Italia mantiene da molti anni un impegno costante a favore del popolo saharawi attraverso la cooperazione umanitaria, in particolare nei settori dell'educazione, della sanità e della sicurezza alimentare. In tutte le nostre azioni a favore dei rifugiati saharawi consideriamo l'educazione come la chiave della dignità, dell'autonomia e del futuro delle giovani generazioni."
Veronica Marcon, referente AICS per l'Algeria, ha evidenziato come la cooperazione italiana abbia costantemente sostenuto l'emergenza della popolazione sahrawi negli anni, in particolare per il rafforzamento alimentare e l'educazione. In effetti, in controtendenza con il trend decrescente dei donatori, nell'ultimo decennio la cooperazione italiana ha aumentato i finanziamenti di oltre 10 milioni di euro.
Subito dopo l'evento, l'11 e 12 novembre, una delegazione di 57 persone tra ambasciatori, funzionari delle sedi diplomatiche presenti al Algeri, referenti delle agenzie ONU implicate nel coordinamento degli aiuti umanitari ai rifugiati sahrawi ha svolto una missione sul campo. La delegazione italiana è stata guidata da Simone Ievolella, Primo Consigliere e Vice-Capo Missione, e composta da Veronica Marcon e Sarah Corti della sede AICS di Tunisi, che hanno potuto constatare direttamente l'impatto dei progetti. Infatti la delegazione ha visitato alcune delle azioni del progetto CISP, come la scuola materna appena inaugurata nella Wilaya (provincia) di Smara, le opere di WASH in corso, il centro di produzione di libri di testo "Aminetu Haidar" e il centro avicolo "Hussein Tamek". L'omaggio dedicato dalle autorità Saharawi alla rappresentanza italiana e al CISP, con un sentito ringraziamento da parte del Ministero dell'Educazione, ha riaffermato il valore dell’impegno italiano e dell'azione del CISP in un momento critico, segnato dai drastici tagli ai fondi umanitari delle agenzie ONU previsti per il 2025 e 2026.
In un momento fortemente critico non solo dal punto di vista degli aiuti umanitari, ma anche della situazione politico-diplomatica che recentemente ha visto sfiorare la messa in discussione del principio di autodeterminazione su cui le Nazioni Unite si sono fondate, l'impegno del CISP rimane saldo: garantire che, anche dopo cinquant'anni di esilio, l'educazione resti la risorsa più preziosa per il popolo Saharawi, la base su cui costruire un futuro di dignità e resilienza.